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Della vergogna e del timore: i compiti del discepolo ed il futuro dell'uomo


Il primo stato che l’uomo ha attraversato è quello della coscienza sorda, crepuscolare, quando si sente uno con il cosmo; noi chiamiamo questo stato la coscienza saturnia. Durante la tappa solare, l’ampiezza della coscienza diminuisce, ma diviene in compenso più netta. Durante la tappa lunare la coscienza somigliava a ciò che oggi conosciamo come un residuo quando sogniamo; si trattava d’una coscienza sorda, immaginativa. Sulla Terra abbiamo la chiara coscienza di veglia, che esisterà su Giove allorché avremo ritrovato la coscienza immaginativa, così allora usufruiremo d’una chiara coscienza immaginativa. Ci eleveremo ancora verso due stati superiori: la coscienza ispirata e la coscienza intuitiva. La nostra chiara coscienza di veglia si trova dunque esattamente in mezzo, tra la coscienza sorda, immaginativa, lunare e la coscienza chiara, immaginativa, gioviana. Il discepolo esoterista attende la venuta della coscienza chiara, immaginativa, gioviana. Essa si presenterà a ciascuno di voi, in uno più rapidamente che in un altro, secondo le sue facoltà e il suo grado di maturità interiore. Questi due stati di coscienza, lunare e gioviana, si mostrano nell’essere umano attuale attraverso il sentimento della vergogna e quello della paura. Attraverso la vergogna, il sangue è spinto verso la periferia dell’organismo, è un residuo della coscienza lunare. Attraverso la paura, il sangue si ritira invece verso il centro del cuore per costituirvi un punto fermo, è un abbozzo della coscienza gioviana.


L’uomo lunare si sentiva in tal modo immediatamente in armonia con le forze del cosmo. Se un sentimento dell’“io” fosse comparso in lui, avrebbe immediatamente spezzato questa armonia. Ora l’apparizione del sentimento dell’io sulla Terra ha messo progressivamente, in effetti, l’uomo in disarmonia con il suo ambiente. Il chiaroudente intende echeggiare la grandiosa armonia del cosmo e quando la confronta con il suono emesso dagli esseri umani, intende una dissonanza variabile secondo gli individui. Il vostro scopo, nel corso del vostro sviluppo, è di far scomparire la dissonanza e far apparire l’armonia.


La disarmonia fu introdotta per dare all’essere umano l’occasione di sviluppare la libertà di ristabilire l’armonia. Il sentimento della coscienza di sé ha dovuto impiantarsi, in un primo tempo, a discapito deH’armonia interiore. Quando sarà venuto il tempo del risveglio della coscienza gioviana, e l’essere umano sarà di nuovo in armonia con le forze del cosmo, egli potrà prolungare il suo sentimento di coscienza di sé nel nuovo stato di coscienza. Egli avrà un sentimento della coscienza di sé del tutto stante in armonia con il cosmo.


Abbiamo visto che il sentimento della paura annuncia la coscienza gioviana. Ma ogni stato futuro, che cominci ad affermarsi prima del tempo avvenire, è spostato. Lo comprendete attraverso l’esempio seguente. Quando si fa fiorire una pianta in una serra, durante il mese di maggio quando essa fiorisce generalmente in agosto, essa non fiorisce più nel mese d’agosto; le sue forze saranno esaurite ed essa non sarà più adatta alle sue condizioni normali. Inoltre, essa non fiorirà più in maggio se la si fa uscire dalla serra, perirà perché è inadatta alla stagione. È lo stesso per il sentimento della paura. Non è al suo posto oggi e lo sarà ancor meno in avvenire. Cosa accade quando c’è paura? Vi è un ritirarsi del sangue verso il centro, verso il cuore, dove si forma un punto fermo per rafforzare l’essere umano contro l’avversità. Questo ritirarsi è provocato dalla più intima forza dell’io. Questa forza dell’io, che agisce sul sangue, è chiamata a divenire sempre più cosciente e più vigorosa. Su Giove, l’essere umano sarà capace di dirigere coscientemente il proprio sangue verso il centro per conferirsi fermezza. È nel suo legame con il ritrarsi dei sangue verso il centro che risiede il carattere non naturale e dannoso del sentimento della paura. Questo non deve più essere in avvenire, devono solo agire le forze dell’io, senza la paura.


Nel corso dello sviluppo, l’ostilità del mondo esteriore verso l’essere umano diviene sempre più forte. Bisogna imparare sempre di più ad opporre le nostre forze interiori all’aggressione proveniente dal mondo esteriore. Ma per il discepolo esoterista deve tuttavia scomparire assolutamente la paura. Ogni sentimento di timore e d’ansietà deve scomparire. La paura è al suo posto solo quando deve renderci attenti alla volontà di rafforzarsi, ma bisogna bandire tutte le paure artificiali che fanno soffrire l’essere umano.


La nostra epoca crea dei mostri terribili che assedieranno l’umanità su Giove. Pensate alle macchine gigantesche che l’essere umano costruisce oggi grazie alla sua perspicacia! È in esse che si preparano i demoni che infieriranno su di lui in avvenire. Tutto ciò che oggi l’essere umano realizza come macchine e apparecchiature in futuro prenderà vita e si rivolgerà contro di lui con una spaventosa ostilità. Tutto ciò che è sortito dal puro principio utilitaristico, dall’egoismo individuale o collettivo si rivolgerà come nemico dell’uomo. Ci domandiamo sempre sull’utilità di ciò che noi facciamo. Ora, se vogliamo aprirci all’evoluzione, dobbiamo agire con pura gioia per il bello. Anche tutto ciò che l’essere umano crea per pura gioia per la bellezza, per la pura soddisfazione dei suoi bisogni artistici, prenderà vita nell’avvenire e contribuirà alla sua elevazione.


L’essere umano opera lui stesso al suo avvenire. Per ottenere un’idea di ciò che sarà l’umanità su Giove bisogna convincersi che non esiste niente che sia malvagio o buono in assoluto. In ogni essere umano si mescolano bontà e malvagità. L’uomo buono deve dirsi che possiede poca più bontà di un altro, ma in ogni caso ch’egli non possiede tutto il buono. Su Giove, il buono e il malvagio non saranno più mescolati, ma gli esseri umani si divideranno in buoni e malvagi. Tutto ciò che coltiviamo sulla Terra come bellezza e nobiltà servirà a rafforzare il buono su Giove e tutto ciò che scaturisce dall’egoismo e dall’utilità andrà a rafforzare la malvagità.


Per essere capace di affrontare le potenze malvagie del futuro, l’uomo deve assumere il controllo delle intime forze del suo io, deve essere capace di regolare il suo sangue affinché questi gli conferisca la forza d’opporsi al male, ma tuttavia senza alcun timore. Deve essere capace di padroneggiare la forza che fa concentrare il suo sangue verso l’interiorità. Deve inoltre anche essere capace di padroneggiare il flusso del sangue verso la periferia. Perché lo stato gioviano sarà, da un certo punto di vista, anche un ritorno alla coscienza lunare. L’essere umano ritroverà l’armonia con le grandi leggi dell’universo. Ritroverà la capacità di fondersi con le grandi potenze cosmiche, ma contrariamente alla coscienza lunare crepuscolare, lo farà con una chiara e piena coscienza di se stesso.

Chiunque aspiri allo sviluppo interiore, deve inizialmente, già oggi, acquisire la signoria di queste forze. Egli vi si prepara regolando coscientemente la sua respirazione. Le forze dell’io utilizzate durante l’inspirazione sono quelle che stabiliscono il legame con le forze del cosmo, e sono le forze che irraggiano a partire dal cuore. Le forze dell’io utilizzate durante la ritenzione dell’espirazione sono quelle che tendono verso il centro, verso il cuore per stabilirvi un solido centro. Con l’esercizio cosciente della respirazione, il discepolo prende progressivamente in mano le forze del suo io. Quando tratteniamo la respirazione, dopo una ispirazione profonda, noi riesumiamo una particella dello stato lunare. Se invece lasciamo il respiro all’esterno, anticipiamo una piccola parte dello stato gioviano. Con la ritenzione della respirazione, i polmoni vuoti, il sangue è in qualche maniera cacciato verso l’interiore, questo che è legato alla paura della mancanza d’aria.


Sappiamo che l’umanità già oggi sta per dividersi in due correnti. La prima si dirige verso il bene e la moralità mentre la seconda finisce nel male e nella paura. Tutto ciò che risponde solo ad un principio d’utilità si muterà su Giove in potenze spaventose. Possiamo bloccare questa evoluzione solo se trasformiamo le apparecchiature puramente utilitaristiche, se conferiamo loro gli attributi della bellezza e del divino.


Rudolf Steiner

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